incipit gastronomico e transoceanico

Sorvolo l’Oceano.

Che dire, sono finalmente partita. Davvero.

Carica come un mulo di bagagli, regali, specialità gastronomiche e prodotti italiani. Stralci di ricordi ed emozioni . Pane amore e fantasia, direi.

Non posso fare la malinconica... la notte insonne non aiuta e già ho delle occhiaie imbarazzanti, se poi mi metto anche a piangere è la fine. Altro che italian style.

Qui siamo, dicevo, in un punto imprecisato del cielo sopra l’Atlantico e secondo il mio orologio sono le 17,33. Sto cercando qualche inizio per capire dove siamo e quanto manca, ma sugli schermi dell’aereo pare ci sia spazio solo per Dustin Hoffman.

Passano con la merendina (!!!!), non ci posso credere.

For lunch, pollastro terribile pieno di schifosizzima salsa maron appiccicosa, riso stracotto con burro burro burro e broccoli. Per merenda… rullo di tamburi… pizza?! Ho paura ad aprirla. Oh, meno male che ci pensa l’impavido mio compagno di seduta (un adorabile ragazzo indiano, non troppo loquace, ma delizioso).

…

No, la “pizza” non ha un bell’aspetto… proprio no. E se non mi sbaglio ci sono broccoli anche lì. Forse non son proprio broccoli, ma si tratta di una poltiglia verde spappolata.. che puzza di broccolo (perdonami Ivan, senza offesa). Non so se dopo il pranzo mi ci voglio avventurare… ah, no, è pizza ricotta e spinaci. Non ci credo.

Anyway, il viaggio procede bene, ad Amsterdam nessun intoppo… cose degne di nota a parte divagazioni (e digestioni… pardon) gastronomiche per ora non ne ho.

Arrisentircela.