31 luglio 2009

washington, baltimora e philadelphia

rientro or ora dalla mia prima escursione nella grande mela, accompagnata da kaitlin, la coinquilina di kristy (l'altra "cugina"). un po' di shopping, da buona newyorkese. ho fatto anche un paio di foto, ma ero troppo occupata a guardarmi intorno.

comunque, per prima cosa devo organizzare le idee per raccontare tutto con ordine, ricominciando dal punto in cui vi ho lasciato. ardua impresa, perchè il materiale è davvero tanto e, fra l'altro, sarà sempre di più... farò del mio meglio.

dunque, primo step. cinque giorni in giro per gli stati uniti orientali. per l'esattezza:

due giorni a washington

un giorno a baltimora

un giorno a philadelphia

il giorno che avanza (perchè se fate bene i conti 2+1+1 = 5) è... di viaggio, spostamenti, nottate insonni. ma comunque.

evito di scendere nei dettagli e di riportare pedissequamente quel che ho fatto minuto per minuto, preferisco affidere la narrazione alle foto e mi limito a fare qualche osservazione alternata ai momenti "salienti" del tour.

sono piuttosto soddisfatta, devo dire. sono sopravvissuta ad un burning bus e sono ancora viva. perciò, bilancio positivo.

tirando le fila del discorso, ho camminato continuamente; persone e strade e shops e angoli di città.

washington è pulita, bianca, ariosa. musei, fontane e concerti all’aperto. una vera capitale. ma, immagino, che ci sia un bel retroscena di quelli sporchi. Solo che io non ho avuto la fortuna di vivermi il backstage.

















baltimora, invece, è piuttosto wild. homeless, tipi strambi e decisamente curiosi. un paio si sono messi sulla mia strada, ma è stato soltanto un piacere (per caso o per fortuna).











il viaggio baltimora-philadelphia è stato piuttosto avventuroso: una folkloristica madam (che dall'odore e dall'aspetto sembrava piuttosto... vissuta) mi ha abbordato, dandomi dei consigli sui mezzi da prendere (dopo avermi chiesto qualche spicciolo, of course). in effetti, il 27 mi ha lasciato proprio di fronte alla grayhound station, da cui partono i bus per philly. ma, una volta in viaggio, mentre tentavo di intavolare una conversazione con una signora pakistana che ama le scarpe italiane, il nostro bus ha cominciato a fumare. panico a destra e a manca. fortunatamente l'autista ha preso in mano la situazione, ci ha fatto scendere (more or less) ordinatamente e dopo un'oretta, appurato che non c'era pericolo, siamo ripartiti, senza morti o feriti. l'ultima mezz'ora l'ho passata chiacchierando amabilmente di musica con un bassista-jazzista caraibico.



philadelphia è stata una vera sorpresa. elegante, ma non troppo; leccata, ma con una particolare trascuratezza che la rende più interessante. e di notte è ancora più stuzzichevole. chese stake, murales e musica. e un museo che mi ha rapita per ore ed ore. e anche china town è meno stereotipata di come te la potresti aspettare.











per ora è tutto.

saluti.
più ricchi e anche un tantino più vecchi.

big apple

chi non muore si rivede.

ho latitato un po' troppo, in effetti, ma non per colpa mia (giurogiurogiuro). dopo la mia 5 giorni in giro per la costa orientale (washington, baltimora e philadelphia) sono ritornata a new paltz e l'indomani siamo partite (io e la mia accompagnatrice katy) per albany, dove c'è stato lo shower party di meghan (la ragazza che sta per sposare il fratello di katy, pat).

finita la fiesta, uno sparuto ma ben assortito gruppo di wild ladies (9, per l'esattezza) è partito per lake luzerne, dove nancy (la mamma di katy) ha una casetta di legno sulle rive del lago. Senza connessione internet, ovviamente.

quindi, ne ho da ho da raccontare... ma non posso pensare di restare in casa. è il mio primo giorno a new york. quindi, vi ho aggiornato e mi sono (un pochetto) ripulita la coscienza. ora ciaociao e ci risentiamo più tardi. mi tuffo, mi faccio una nuotatina e ritorno, ok?!

ah, mi sono arrivati un sacco di messaggi d'auguri sul cellulino, ma il mio credito è agli sgoccioli. in questi giorni mi impegno a rispondere a tutti, promis.

vi bacio le chiappette.

vadoooooooo!

19 luglio 2009

mystic king

esperienza mistica da burger king.

dopo una proficua puntatina to the pharmacy (più giù c'è una documentazione dettagliata del bottino. a soli 13,95 dollari!), mi concedo uno snack. sono indecisa: mi trovo davanti ad un dubbio troppo... big! alla mia destra mc donald's, ala mia sinistra burger king. considero e valuto vantaggi e convenienza e, alla fine, opto per il re.



devo dire che l'ambiente è piuttosto deprimente, rispetto al red and yellow di mc donald's (e, soprattutto, al ronald di mc donald's). tutto maròn, niente musica. solo, in sottofondo, il ronzio delle pale del ventilatore e le voci dei customers (le facce son sempre quelle: l'espressione un po' ebete, un po' persa nel vuoto dei frequentatori di quasiasi fast food).

per contro, il mio original chicken sandwich è una goduria. il mio stomaco salta di gioia, sguazzando nel grasso e nell'olio. massì, alla disintossicazione ci penserò domani.



da notare, in esposizione con il frugale pasto sul vassioio, il mio nuovo e scintillante cappello comprato ieri.

e, già che ci sono, vi racconto, con un paio di foto in coordinato, del rosendale street festival, meta di yesterday evening. roosendale è un piccolo pese vicino a new paltz, sempre nella verde hudson valley. davvero delizioso. e hippie ad ogni angolo.






tornando a casa per preparare la borsa per la partenza di stasera, incontro un menestrello che, gentilmente, mi concede di scattargli una foto e mi regala un sorriso, salutandomi.



e, concludendo, questi sono gli INDISPENSABILI oggettini acquistati ad hoc per il mio mini-trip.






bene, direi che per oggi è tutto e... ci risentiamo tra qualche giorno. o prima, chi lo sa.

intanto vi bacio (maliarda).

american houses - again







prima di partire per il mio viaggetto in solitaria, pubblico qualche altra casetta di marzapane... e ci sentiamo quando torno.

vi voglio bene, a tutti quanti.

(quanto son sentimentale, oltreoceano)

17 luglio 2009

american houses

e comincia il carosello...




troppo verde

mi devo allontanare da tutto questo verde di new paltz. mi sento troppo... naturosa.
ho bisogno di muovermi, qui impera l'ozio.

e così pianifico un viaggetto: washington, baltimora e philadelphia. o filadelfia.

vi terrò informati...

14 luglio 2009

historic stone houses: huguenot street

me la prendo comoda e mi godo l'atmosfera. è come se avessi trovato una sorta di porta spazio-temporale.

qui a new paltz c'è una strada, huguenot street, che pare sia la più antica d'america, dove si possono vedere le storiche case di pietra costruite alla fine del 1600 dagli ugonotti, in fuga dall'europa.

ho visitato il museo e ora...

sto

...

spaparanzata su una panchetta di legno, in mezzo ad un prato, tra le casette ugonotte.

...

gli unici rumori che sento sono il sibilo (soave) del vento, gli uccccccellini che ci-cinguettano e uno scampanellio (diliìn dilìn) di qualche scacciapensieri appeso chissà dove. non passa nessuno, nè a piedi nè in macchina. potrei tranquillamente trovarmi in un film di tim burton. mi aspetto che un cavaliere senza testa sbuchi da dietro l'angolo da un momento all'altro.

è davvero meraviglioso...

13 luglio 2009

shopping with us in new paltz!

arieccola, la vostra fancy* girl (*come dire, un misto di kitch e fashion, tipo una pamela anderson in fucsia e volants) in usa.

continuo con la serie di negozietti di new paltz.

ragazzi, qui ci sono cose che voi umaliani (un po' umani, un po' italiani) non potete proprio immaginare. io ci provo, spero che riusciate un po' a capire com'è l'ambiente e l'atmosfera in questa mia stars hollow.








questa pittoresca signorina, qui sotto, è una giovane commessa del negozietto, inutile dirlo, frizzante e coloratissimo in cui sono stata con katy ieri pomeriggio. se vi può interessare, la siura (ogni tanto ci vuole anche un po' di bresciano) ha origini lecchesi (ma guarda te com'è piccolo il mondo!) ma è nata a brooklin.





evidentemente, però, la mia simpatia crea un po' di perplessità. o forse è solo il mio italiano. potete notarlo dal viso piuttosto turbato della suddetta signora commessa. sottolineo anche quanto siano fancy (lo so che l'ho già usato, ma sto imparando l'inglese, santo cielo!) i miei nuovi sunglasses.





e, per finire, aggiungo anche un ricordino di katy, la nostra modella, con una deliziosa coroncina che non ho comprato, ma devo assolutamente avere quando mi sposerò.





bon, vi saluto e vado a farmi un altro giretto in città.

e stay tuned, che qui ci sono un paio di progetti in cantiere (dio, certe volte mi spavento da sola. sono troppo yeah super yeah, non trovate?!).

ps: prometto che i toni del prossimo post saranno un po' meno "eccitati". ma, scusate, mi entusiasmo facilmente e sono arrivata solo ieri.

12 luglio 2009

new! paltz

si, si, lo so, cari fedelissimi (ehm.. folta schiera di fedeli), ho latitato per un po', ma ero very busy e soprattutto il mio portatile si trovava in una città diversa da quella in cui sono stata per gli ultimi tre giorni.

comunque this morning sono arrivata nella gaia cittadina di new paltz, con l'altra mia cuginetta, Katy e ora sono ospite a casa sua. nel pomeriggio giretto turistico nel delizioso centro e... beh, ho qualche nuova foticchia da mostrarvi. qualche pezzettino di america (e di starbucks).


flowers in un negozio di piante in new paltz




da starbucks...















avrei anche un sacco di cose da raccontare e osservazioni di cui rendervi partecipi, ma intanto comincio con questo. cosicchè possiate intrattenervi per un po' mentre lavoro per voi.

enjoy.

8 luglio 2009

american shopping

vado con sharon, la mater familias, a fare shopping. meglio, a comprare "due cosette" per la cena. parto armata di macchina fotografica per documentare e cogliere lo spirito dell'americano medio che si reca al supermarket.

arriviamo in una struttura ovviamente immensa. i carrelli sono il triplo rispetto ai nostri, così come le confezioni, le scansie e... gli acquirenti. chilometri e chilometri di prodotti colorati che ti chiamano e ti tentano e proprio non puoi dire di no ad un assaggino di nachos e salsa piccante che una simpatica signora (ossigenta e truccatissima, of course!) ti allunga, sorridendoti.



nel supermercato c'è di tutto, addirittura una sorta di spazio pic-nic con tavolini e ombrelloni dove ristorarsi dopo le fatiche della spesa. prendi il tuo hot-dog, patatine e triplo ketchup e recuperi le forze, prima di affrontare il rientro at home. mi sembra giusto.



vorrei fermarmi ad analizzare qualsiasi cosa, ma il tempo è tiranno e i monaco ci aspettano. noi, e i 5 sacchetti di roba da mngiare che ci trasciniamo nel suv...

4 luglio 2009

Happy 4th!

Quattro luglio. Indipendence day.

Qui ci si riunisce, si picnicca, si festeggia a suon di hot dog, hamburger e corn on the cob; si fanno giochi di gruppo e si bevono fiumi di birra. Qualsiasi sia la location va bene. Tendenzialmente ci si veste di red, blu and white per sentirsi più vicini alla bandiera.

Sono troppo patriottici, questi amricani!!

Anche la famiglia Monaco ha celebrato l'evento con un pic-nic nel cortiletto dietro casa (blackyard) brindando e riempiendo lo stomaco in onore dello zio Sam.

E stasera firewors dal molo.

God bless the Usa.